Capita spesso che il paziente si spaventi se si sente proporre una frequenza di terapia differente da quella da lui ipotizzata o che magari ha visto nell'amico o nel collega o nel figlio adolescente. Anche qui, le ragioni sono di tipo clinico. La scelta di una seduta la settimana da quella di tre sedute la settimana non dipende dalla gravità del paziente, ma dal lavoro che si deve fare o che si vuole fare. Paradossalmente, e differentemente dall'immaginario comune, un paziente molto grave di solito non viene visto più di una volta alla settimana.
Se si considera lo scopo di una terapia (nello specifico a orientamento dinamico) risulta abbastanza semplice comprendere questo passo.
Lo scopo della terapia non è tranquillizzare o calmare il paziente ma aiutarlo a comprendere il suo funzionamento, così che possa fare delle scelte il più consapevoli possibili, non legate/ forzate da quid irrisolti.
L'alta frequenza delle sedute permette un lavoro in profondità, sulle dinamiche relazionali che vengono anche rimesse in scena nella relazione col terapeuta e permette di lavorare in vivo su ciò che altrimenti andrebbe analizzato solo dal racconto. Utile, certo, ma è un'altra cosa!
Per alcuni pazienti più sedute la settimana sarebbero troppo sollecitanti, per alcuni essenziali.
Più sedute permettono di diminuire la quantità di Cose narrate e di fare un passettino verso il lavoro sulle dinamiche, si cosa ci sta dietro e porta a quelle cose che poi accadono.