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Il congedo post partum

Il congedo breve aiuta la crisi

Il 10% circa delle donne che hanno un bambino, soffrono di depressione post partum; recenti studi sembrano suggerire una migliore e più celere ripresa in quelle donne che rientrano presto al lavoro, specie se prima della maternità erano donne in carriera. Nei mesi successivi a gravidanza e parto una donna su 10 sviluppa una depressione post partum; stare con un neonato 24 ore al giorno è tutt’altro che facile e talvolta le risorse interne e ambientali non sono sufficienti per affrontare questo momento difficile, anche perché segue un altro momento molto tenero – quello del pancione – ma spesso faticoso.

Avere accanto qualcuno – il papà del bambino, la propria mamma, un’ amica…, che permetta alla neo-mamma di ritagliarsi momenti di respiro per se, senza il pargolo è fondamentale, come pure cercare di riorganizzare le proprie giornate non solo attorno a poppate e cambio pannolino o bagnetto. Alcune donne, purtroppo, vedono il proprio tono dell’umore deflettere fino a raggiungere crisi importanti, che talvolta richiedono il supporto medico e/o psicologico cui sarebbe importante potere accedere appena ci si sente un po’ “strane”, affaticate moralmente, tristi o si piange spesso… senza vergognarsi se talvolta quella Creatura deliziosa è tanto insopportabile e snervante che si farebbe qualunque cosa pur di farla tacere. E’ normale. Succede a tutte, anche se spesso ci si vergogna di dirlo.

Il bambino piange sempre: se ha fame, se vuol dormire e non riesce, se vuol fare la cacca ma fa fatica, se ha freddo e poi per mille ignote ragioni e la giovane mamma si ritrova spesso a piangere disperata insieme al proprio bambino. Recenti studi suggeriscono che le donne che riprendono prima il lavoro superano i periodi di depressione in un tempo sensibilmente minore rispetto a coloro che stanno a casa: riprendersi i propri spazi, anche lavorativi, sembra essere fonte di sollievo e soddisfazione e quindi di benessere. Attenzione ai sensi di colpa, però: non c’è nulla di male se si lascia il proprio bimbo ad una persona fidata che si sa prendere cura di lui, quando la mamma non può esserci. Una mamma realizzata e serena è sicuramente una fonte di sicurezza maggiore e con disponibilità affettiva migliore per un bebè, di quanto possa esserlo una mamma sempre presente, ma stremata dall’accudimento continuo.


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Psicologo di Lecco

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